Che cos’è la Verità?
Dove ci porta il dolore. Dove
ci porta l’amore. Dove siamo diretti in ogni istante della nostra vita.
Qualsiasi sensazione stiamo provando, essa ci condurrà verso la Bellezza, ma
non senza un “prezzo”. Un sacrificio (sacrificare = rendere sacro) di una parte
mortale di noi stessi in nome di un barlume d’Eternità.
Verità e Bellezza sono
strettamente connesse. Dove c’è Bellezza non può che esserci Meraviglia,
Stupore e Gratitudine. Ci sono però alcuni momenti della nostra vita in cui
dobbiamo arrivare sino alla soglia estrema del nostro dolore per riuscire a
ritrovare la gioia di vivere. E’ la legge: se continui a soffrire significa che
non hai sofferto abbastanza. Abbastanza per creare quello squarcio nel tuo cuore
da cui la Luce può entrare.
Morire per rinascere e
occupare il proprio posto nel mondo, aprirsi alla vita e lasciarsi condurre.
Smettere di lottare, di
nuotare controcorrente.
Dov’è la Verità?
Proprio dove nessuno guarda:
in superficie. La Verità è davanti ai nostri occhi ogni giorno, se non la
vediamo vuol dire che non abbiamo occhi per vedere. Ma possiamo lavorare
all’apertura del Cuore, a risvegliare quello Sguardo che ci fa Vedere,
finalmente. Ancorarci al Presente, restare vigili a ciò che accade dentro di
noi, e Scegliere. Scegliere chi siamo, chi vogliamo essere. Scegliere la Verità
o continuare a rimandare. Se stiamo rimandando possiamo scoprirlo da alcuni
chiari sintomi: siamo infelici, stanchi, sconfitti, distrutti. La vita non ha
mai torto, non ci viene mai incontro per farci del male, se accettiamo questo
presupposto allora ci rendiamo conto che ogni volta che siamo in un’emozione
negativa vuol dire che abbiamo il Cuore chiuso. Dipende sempre da noi,
dall’interno, mai dall’esterno.
Possiamo non essere nella
Pace, ma ci si può riCordare (ridare al proprio cuore, tornare in
quello stato) la sensazione interiore della pace. Possiamo sentire all’interno la
lontananza da quel traguardo che faremmo di tutto per raggiungere. Ma più
facciamo e più si fa lontano, più nuotiamo controcorrente e più l’obiettivo si
confonde all’orizzonte, si disperde e si dirada.. fino a svanire nel nulla.
Lasciarsi andare senza
buttarsi via: affidarsi alla vita è l’unica soluzione. Fare il morto sulla
superficie, morire e abbandonarsi per rinascere all’immortalità.
Il paradosso che manomette la
mente ci permette di accedere alla Bellezza del Momento. Accettare la brevità
di una vita arrendendosi all’Infinito, dentro. Siamo un soffio di vento che
svanisce nell’Eterno.
Ma quanto è tangibile questo
Eterno nel nostro quotidiano? Quanto sono attaccata alla mia relatività
rinunciando alla mia assolutezza? La Verità sta in ciò che non può morire, che non ha fine. La
Verità non tramonta mai. Cavalca le ere, gli eoni alla ricerca di Anime pronte
a donarsi completamente a essa. Anime impavide, coraggiose. Abbastanza sveglie
da vivere con distacco la propria personalità e non agire le emozioni che
ciecamente emergono da essa. Anime vigili, sensibili alla Forza di quell’Amore
che avvolge tutti gli esseri umani e che ci sostiene nel Sentiero della Verità.
Possiamo formare il nostro
Spirito durante il cammino, diventare persone equilibrate, forti, che vivono la
vita e non la subiscono. Possiamo essere alleati dell’esistenza, dinamici,
emanando gratitudine e serenità, dal centro del nostro Cuore. Ma dobbiamo
togliere strati su strati, liberarci dalle catene che noi stessi ogni giorno
costruiamo, sottraendo energia a una vita felice, soave, radiosa.
Scendere nell’inferno è utile,
quando è necessario per risalire. Si precipita letteralmente verso l’Alto,
poiché ogni istante di sofferenza è finalizzato alla Comprensione. Arrivare al fondo ci permette di tastare la materia di cui siamo
costituiti, fare il pieno del combustibile da bruciare e trasformare
in funzione dell’avanzamento, in funzione alla Realizzazione di sé stessi.
Ma attenzione: può accadere che rimanendo troppo a lungo sul fondo potremmo dimenticarci
momentaneamente della Luce, della quiete di un tiepido sole primaverile sulla
pelle, e scegliere le tenebre, ancora e ancora. Potremmo cercarle perché,
inconsapevolmente, sappiamo che ciò che abbiamo vissuto fin ora, quella
profonda sofferenza, comunque ci mantiene in vita e ci permette di sopravvivere
come abbiamo sempre fatto. Appunto: sopravvivere, Vivere è un’altra cosa.
Qualcuno ha detto che non c’è
nulla di più terribile di un uomo che non ha paura della propria ombra quanto
della propria Luce, di diventare ciò che può Essere, di conoscere l’Amore che
può vivere e donare.
Ebbene è vero: chi ama la
propria ombra più della propria Luce e persevera in questo si
auto-condanna all’inferno. Nessuno può fare niente per tirare fuori da un pozzo
qualcuno che ha scelto di viverci dentro. E nessuno ha il dovere di scendere
nel pozzo per salvare l’altro, perché morire per amore non vuol dire amare! L’amore
vero non uccide, poiché può provare vero Amore solo Chi non può più morire. E amare da vivere è la cosa più bella che
possiamo fare.
L’amore che si emana viene
percepito dall’altro. A livello sottile, inconscio. Ma possiamo essere certi
che l’amore che si da’ non va mai perduto. E’ un fluido puro e cristallino che
nutre la sete di chi attraversa il deserto in cerca della Verità. Di quelle
Anime impavide a cui la Verità si presenta chiedendo se si è abbastanza pronti.
Verrà il giorno in cui anche
tu la vedrai mostrarsi dinnanzi a te, apparire inestinguibile, fiera e maestosa. Una rivelazione talmente potente da incutere timore e devozione allo stesso tempo. Una luce immensa che può
essere vista solo con gli Occhi del Cuore, talmente è abbagliante.
Ma quale vista bisogna aver
sviluppato per poter mantenere lo sguardo fisso sulla Verità?
Quale Cuore può sopravvivere
alla Luce Infinita?
Coltiva Purezza e Trasparenza,
poiché un Cuore Puro e Limpido può vedere ogni cosa.
Con Amore,
Daniela.