Il Cuore non è un'astrazione, ma un ponte che immette nei Mondi supremi.
Il mio Cuore ardente è la mia Guida.

mercoledì 12 novembre 2014

L'Eterno quotidiano

Che cos’è la Verità?
Dove ci porta il dolore. Dove ci porta l’amore. Dove siamo diretti in ogni istante della nostra vita. Qualsiasi sensazione stiamo provando, essa ci condurrà verso la Bellezza, ma non senza un “prezzo”. Un sacrificio (sacrificare = rendere sacro) di una parte mortale di noi stessi in nome di un barlume d’Eternità.

Verità e Bellezza sono strettamente connesse. Dove c’è Bellezza non può che esserci Meraviglia, Stupore e Gratitudine. Ci sono però alcuni momenti della nostra vita in cui dobbiamo arrivare sino alla soglia estrema del nostro dolore per riuscire a ritrovare la gioia di vivere. E’ la legge: se continui a soffrire significa che non hai sofferto abbastanza. Abbastanza per creare quello squarcio nel tuo cuore da cui la Luce può entrare.

Morire per rinascere e occupare il proprio posto nel mondo, aprirsi alla vita e lasciarsi condurre.
Smettere di lottare, di nuotare controcorrente.



Dov’è la Verità?
Proprio dove nessuno guarda: in superficie. La Verità è davanti ai nostri occhi ogni giorno, se non la vediamo vuol dire che non abbiamo occhi per vedere. Ma possiamo lavorare all’apertura del Cuore, a risvegliare quello Sguardo che ci fa Vedere, finalmente. Ancorarci al Presente, restare vigili a ciò che accade dentro di noi, e Scegliere. Scegliere chi siamo, chi vogliamo essere. Scegliere la Verità o continuare a rimandare. Se stiamo rimandando possiamo scoprirlo da alcuni chiari sintomi: siamo infelici, stanchi, sconfitti, distrutti. La vita non ha mai torto, non ci viene mai incontro per farci del male, se accettiamo questo presupposto allora ci rendiamo conto che ogni volta che siamo in un’emozione negativa vuol dire che abbiamo il Cuore chiuso. Dipende sempre da noi, dall’interno, mai dall’esterno.

Possiamo non essere nella Pace, ma ci si può riCordare (ridare al proprio cuore, tornare in quello stato) la sensazione interiore della pace. Possiamo sentire all’interno la lontananza da quel traguardo che faremmo di tutto per raggiungere. Ma più facciamo e più si fa lontano, più nuotiamo controcorrente e più l’obiettivo si confonde all’orizzonte, si disperde e si dirada.. fino a svanire nel nulla.
Lasciarsi andare senza buttarsi via: affidarsi alla vita è l’unica soluzione. Fare il morto sulla superficie, morire e abbandonarsi per rinascere all’immortalità.
Il paradosso che manomette la mente ci permette di accedere alla Bellezza del Momento. Accettare la brevità di una vita arrendendosi all’Infinito, dentro. Siamo un soffio di vento che svanisce nell’Eterno.

Ma quanto è tangibile questo Eterno nel nostro quotidiano? Quanto sono attaccata alla mia relatività rinunciando alla mia assolutezza? La Verità sta in ciò che non può morire, che non ha fine. La Verità non tramonta mai. Cavalca le ere, gli eoni alla ricerca di Anime pronte a donarsi completamente a essa. Anime impavide, coraggiose. Abbastanza sveglie da vivere con distacco la propria personalità e non agire le emozioni che ciecamente emergono da essa. Anime vigili, sensibili alla Forza di quell’Amore che avvolge tutti gli esseri umani e che ci sostiene nel Sentiero della Verità.



Possiamo formare il nostro Spirito durante il cammino, diventare persone equilibrate, forti, che vivono la vita e non la subiscono. Possiamo essere alleati dell’esistenza, dinamici, emanando gratitudine e serenità, dal centro del nostro Cuore. Ma dobbiamo togliere strati su strati, liberarci dalle catene che noi stessi ogni giorno costruiamo, sottraendo energia a una vita felice, soave, radiosa.
Scendere nell’inferno è utile, quando è necessario per risalire. Si precipita letteralmente verso l’Alto, poiché ogni istante di sofferenza è finalizzato alla Comprensione. Arrivare al fondo ci permette di tastare la materia di cui siamo costituiti, fare il pieno del combustibile da bruciare e trasformare in funzione dell’avanzamento, in funzione alla Realizzazione di sé stessi.

Ma attenzione: può accadere che rimanendo troppo a lungo sul fondo potremmo dimenticarci momentaneamente della Luce, della quiete di un tiepido sole primaverile sulla pelle, e scegliere le tenebre, ancora e ancora. Potremmo cercarle perché, inconsapevolmente, sappiamo che ciò che abbiamo vissuto fin ora, quella profonda sofferenza, comunque ci mantiene in vita e ci permette di sopravvivere come abbiamo sempre fatto. Appunto: sopravvivere, Vivere è un’altra cosa.

Qualcuno ha detto che non c’è nulla di più terribile di un uomo che non ha paura della propria ombra quanto della propria Luce, di diventare ciò che può Essere, di conoscere l’Amore che può vivere e donare.
Ebbene è vero: chi ama la propria ombra più della propria Luce e persevera in questo si auto-condanna all’inferno. Nessuno può fare niente per tirare fuori da un pozzo qualcuno che ha scelto di viverci dentro. E nessuno ha il dovere di scendere nel pozzo per salvare l’altro, perché morire per amore non vuol dire amare! L’amore vero non uccide, poiché può provare vero Amore solo Chi non può più morire.  E amare da vivere è la cosa più bella che possiamo fare.

L’amore che si emana viene percepito dall’altro. A livello sottile, inconscio. Ma possiamo essere certi che l’amore che si da’ non va mai perduto. E’ un fluido puro e cristallino che nutre la sete di chi attraversa il deserto in cerca della Verità. Di quelle Anime impavide a cui la Verità si presenta chiedendo se si è abbastanza pronti.
Verrà il giorno in cui anche tu la vedrai mostrarsi dinnanzi a te, apparire inestinguibile, fiera e maestosa. Una rivelazione talmente potente da incutere timore e devozione allo stesso tempo. Una luce immensa che può essere vista solo con gli Occhi del Cuore, talmente è abbagliante.

Ma quale vista bisogna aver sviluppato per poter mantenere lo sguardo fisso sulla Verità?
Quale Cuore può sopravvivere alla Luce Infinita?


Coltiva Purezza e Trasparenza, poiché un Cuore Puro e Limpido può vedere ogni cosa.

Con Amore,

Daniela.